lunedì 10 novembre 2014

Il Glorioso Centro Storico di Laino Castello

Questa volta ci spostiamo ed usciamo dai confini piemontesi per arrivare fino al territorio calabro-lucano, dove abbiamo intrapreso un viaggio tra paesi fantasma, colonie marine e strutture alberghiere abbandonate. 


Iniziamo dal Parco Nazionale del Pollino, situato in quella lingua di terra in cui la Basilicata si fonde con la Calabria. Ci troviamo a parlare di una delle più grandi aree protette italiane: con i suoi 192.000 ettari questo vasto territorio estremamente eterogeneo comprende le province di Potenza, Matera e Cosenza con i loro 56 comuni. Cime che superano i 2000 metri, circhi glaciali, accumuli morenici,  massi erratici, grotte, inghiottitoi, gole profondissime sono i protagonisti di questa montagna aspra e selvaggia, fatta di rocce calcaree e dolomitiche. 

Ebbene in una panoramica posizione immersa nel cuore del verde e della tranquillità del Pollino sorge proprio Laino Castello. 


Le origini dell'antico borgo di Laino Castello risalgono tra la fine del VII sec. e gli inizi del VI sec. A. C.. Fu una città evoluta e potente, come dimostrano vari ritrovamenti e reperti archeologici ancora oggi custoditi in alcuni musei italiani ed europei, e dal fatto che coniavano monete chiamate "Lainos". Il colle di San Teodoro per la sua posizione strategica fu scelto dai Longobardi, in guerra con i Bizantini, come luogo di difesa e vi fu costruito un castello (Castrum Layni) divenuto poi il capoluogo di uno dei sette Gastaldati più importanti dell'Italia Meridionale. Il Castello feudale, costruito su uno sperone di roccia sul punto più alto del colle, di cui ora restano i ruderi adibiti a cimitero comunale, gode di un incantevole scenario con tre lati a picco e domina tutta la vallata al fondo della quale scorre il fiume Lao in un canyon boscoso e profondo dove la natura regna incontaminata. 

 Ruderi del castello visibili lungo il sentiero che conduce al centro storico di Laino Castello.
Numerose furono le famiglie che si succedettero nel dominio del feudo, tra le più importanti: Chiaromonte, Lauria, De Cardenas, Sanseverino, Spinelli e Caracciolo (le ultime tre fedeli alla casa spagnola borbonica). La conquista della rocca di Laino per la sua posizione e la sua importanza fu sempre contesa tra Angioini e Aragonesi, dando luogo a guerre frequenti. 



Mentre il passato remoto è stato pieno di tappe gloriose il passato prossimo non lo è stato altrettanto. A partire dagli anni Sessanta del '900 , a seguito di problemi di dissesto idrogeologico, ha inizio lento ed inesorabile il declino del glorioso centro storico arroccato sul colle di San Teodoro. In seguito al sisma del 21 Marzo 1982, la popolazione ha dovuto abbandonare definitivamente le proprie case e trasferirsi su un pianoro poco distante dove già erano state realizzate le prime abitazioni, per un trasferimento resosi necessario alla fine degli anni Cinquanta....



Nel febbraio del 1958, piogge torrenziali provocarono frane sotto cui rimase una delle due automobili esistenti in paese e il crollo di alcune vecchie abitazioni che causarono alcuni feriti e la morte di una donna. Le condizioni di vita degli abitanti erano molto disagevoli. I collegamenti erano arcaici. Per attingere acqua potabile e per usi domestici era necessario andare alle fonti (Tuvolo, Gioia e Tuvolello). Sebbene costruire acquedotto e fognatura sarebbe stato possibile altrettanto realizzabile non sarebbe stato costruire strade carrozzabili poichè ciò avrebbe reso necessario la demolizione di molte case e quindi ne avrebbe risentito l'intero aspetto urbanistico dell'antico centro.  Per questi motivi si decise di costruire "ex-novo" l'intero centro in altro sito. Da allora cosa è successo però? 



Premettiamo subito che riuscire a raggiungere il posto è stata una faticosissima impresa, soprattutto per via delle poche e contraddittorie informazioni reperite. Poi grazie all'aiuto di alcune ragazze del posto (che anzi cogliamo l'occasione di ringraziare per la loro disponibilità) siamo riusciti ad avere le dritte per arrivare a destinazione sani e salvi. Il degrado di tutto il centro è stato evidente sin dai primi scatti fotografici. 








Il vecchio cimitero ubicato nei ruderi del castello feudale. 













Anche qui è possibile assistere all'avanzato stato di imbarbarimento.



La Chiesa Madre dedicata a San Teodoro 

Antico splendore e vanto di Laino Castello, la Chiesa madre di origine bizantina, con torrre medievale, era dedicata al Santo Patrono: San Teodoro. Custodiva al suo interno opere di notevole valore artistico tra cui le pale dell'altare maggiore, il fonte battesimale del 1500 e il trittico in legno raffigurante la Madonna col Bambino, uno dei più belli ed antichi gioielli della Calabria, fortunatamente restaurata e conservato nel museo diocesano di Cassano allo Jonio. 



Secondo un'antica leggenda, questa chiesa è stata dedicata a San Teodoro, soldato romano, perchè trovandosi a difendere il territorio dove oggi è situato il nuovo centro di Laino Castello e non essendo in grado di far fronte ai nemici, si rivolse con suppliche e preghiere al suo Dio che trasformò tutti gli alberi, di cui il territorio era pieno, in soldati che sconfissero il nemico. 









Nonostante l'avanzato stato di incuria in cui attualmente versa, è ancora possibile assaporare tutto l'enorme splendore di questo fiore all'occhiello. 





Di più recente costruzione è la Chiesa delle Vergini che risale al 1500. 






Le case sono ormai semplici testimonianze di quella semplice vita contadina che fu.








E' ormai tradizione la manifestazione de "Il Presepe Vivente" che si tiene nel centro storico di Laino Castello nel periodo che va da Natale all'Epifania, con un considerevole consenso di pubblico. In un ambiente dove la natura lascia poco spazio all'uomo nel ricreare quei luoghi che ricordano la Natività, si trovano delle caratteristiche grotte naturali scavate nella roccia che fanno da scenario ideale alla manifestazione.




Il luogo potrebbe essere riutilizzato come centro strategico per la gestione del Parco Nazionale del Pollino. Sicuramente abbiamo potuto trovare all'interno traccia di cantieri che però sembrano a loro volta essere stati abbandonati, le cause però restano ignote. Per noi è stata un'emozionante avventura nel cuore selvaggio del Pollino che protegge non solo montagne, acque e foreste ma anche paesi fantasma come Laino Castello.




" Chi dimentica le proprie radici passa nel dimenticatoio della storia"

Dott. E. Amantea



Questo post lo dedichiamo a tutte le Ghost Town italiane deteriorate dal tempo, con l'augurio che  possano presto godere di una nuova vita.


Nota: 
Per fare queste foto e scrivere questo post ci siamo addentrati con il solo ed unico scopo documentaristico. Non sono stati effettuati atti di vandalismo, sottrazione impropria o qualsiasi altra attività che non fa parte del nostro modo di agire. Il luogo è stato visitato con il pieno rispetto e con la massima attenzione. 


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