venerdì 30 maggio 2014

La Fornace che non cuoce piú

Chi dice che il Piemonte é una terra noiosa, fredda, non particolarmente appetibile? Beh di certo si sbaglia di grosso. Vi possiamo assicurare che pullula di posti che non aspettano altro che di essere riscoperti e ritrovati. Che dire poi del biellese, terra troppo spesso dimenticata ma che dá residenza a molteplici fabbriche abbandonate: fonderie, lanerie e fornaci. 

Ogni posto al mondo merita di essere visitato. Ogni posto al mondo é in grado di offrirci spunti di riflessione. Ogni posto al mondo nasconde un tesoro. Ogni posto al mondo puó regalarci soddisfazioni a volte in maniera piú evidente, altre volte occorre saper guardare oltre.

Con questa rifessione inizia la nostra avventura in una piccola frazione di un altrettanto piccolo comune della provincia biellese. 
Qui tra gli specchi regolari delle risaie ad accoglierci le fameliche zanzare. E poi eccola lí .......



Ecco fare la sua apparizione questa imponente ciminiera un tempo efficiente sistema di evacuazione dei fumi industriali ora base per nidi di uccelli, perlopiú cicogne, che ne reclamano a pieno diritto la proprietá. La ciminiera come tutto il complesso apparato produttivo riesce benissimo a rendere l' idea di quanto dovesse essere operativa e una buona datrice di lavoro che elargiva occupazione. Ne é dimostrazione anche la piccola stazione ferroviaria situata sulla linea Santhiá-Biella che conduceva appunto gli operai sul luogo di lavoro.



Cosa resta oggi ? Una poderosa, scheletrica quantomai suggestiva struttura.



Notizie certe non siamo riusciti a trovarne circa il periodo di abbandono della struttura ma l'aspetto lascia ben pensare che siano decenni oramai che la vegetazione stia facendo banchetto di questo deserto di cemento e mattoni.


Anche in questo caso la nostra attenzione é stata catalizzata su ogni piú ben che minimo dettaglio: finestre con vetrate rotte in grado di offrirci caleidoscopici giochi di luce, porte semiaperte dal quale si fanno timidamente strada i raggi del sole, un lampadario con decorazioni floreali, una targhetta ingiallita a metá indicante il numero civico, etc...
Anche in questo caso le bombolette spray sono state usate per accelerare il processo di trascuratezza dell' impianto. Siamo ben consapevoli che ci troveremo di fronte ad una costante onnipresente ahinoi :-(
















Altrettanto fascinosa anche la cisterna mangiata dalla ruggine



Ci piace ricordare questa fornace nel pieno della sua attivitá, e questo enorme scheletro ne é la piena dimostrazione.



Dove vien meno l'interesse, vien meno anche la memoria.
Johann Wolfgang Goethe

giovedì 29 maggio 2014

Coindo

     
Una domenica pomeriggio ebbe tutto inizio..... sembrava una giornata come tutte le altre ed invece.... Come impegnare le nostre ore? Ebbene inizia tutto con una ricerca su internet. Parola chiave: paesi fantasma in Piemonte. Ed ecco che tra i risultati della ricerca un nome compare innumerevoli volte: Coindo. Trattasi di una borgata montana del comune di Condove. Bene: meta trovata. Non resta che metterci in macchina, accompagnati dai nostri amici A. e L..
Dopo un pò di peripezie (tra indicazioni stradali errate, aiuto da parte di un carabiniere locale, capre che ci han rincorso, un potenziale serial-killer che ci siam trovati sempre sul nostro cammino ihihihih...)  eccoci giunti alla tanto sospirata meta: Coindo, finalmente il posto di cui tanto avevamo letto sul web era lì davanti a noi. E dobbiamo proprio ammettere che tutta la fatica sostenuta per essere trovato ne é assolutamente valsa la pena: una inestimabile ricompensa.

Secondo passo. Avete mai sentito parlare della tecnica del "light painting"? Quella tecnica fotografica che permette di "disegnare con la luce"? Sembra una cosa impossibie eppure basta essere in grado di controllare una sorgente luminosa proprio come se si stesse tenendo un pennello tra le mani e i risultati possono essere davvero sorprendenti. Volete una dimostrazione? Allora vi accontentiamo subito!















Beh vi possiamo assicurare che il divertimento é assicurato. Ci si puó sbizzarrire a disegnare ció che piú ci piace. Parola d'ordine: dare libero sfogo alla propria fantasia anche se non si raggiungono risultati degni del piú post-avanguardista degli artisti. Ovvio buona parte del lavoro, oltre che la bravura del fotografo, la fa la location. Meno luminosa é migliore il risultato sarà. Faremo sicuramente ritorno in questa frazione fuori dal mondo e dallo spazio. 



Zazy + Budo

mercoledì 28 maggio 2014

Casolari nelle Risaie


Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle. Ed invece no, per noi questo proverbio non ha avuto la meglio. Quelle nuvole bianco-grigiastre ci hanno permesso di assistere ad uno spettacolo degno dei più famosi cieli irlandesi. 



Dove ci troviamo? Nel bel mezzo delle risaie che si dipanano tra il vercellese e il biellese. Terra un tempo ricca di fabbriche che davano lavoro ad una moltitudine di persone ora invece piena di abbandoni. 
Lì, tra le risaie, a farci compagnia vi é un'orda famelica di zanzare pronte a farsi dei prelibati spuntini sulla nostra pelle. E poi qua e là, un pò a macchia di leopardo, ecco apparire dei vecchi casolari. Sono lì, immobili, lasciati in balia della solitudine più totale. Ogni tanto solo il canto delle cicogne che riecheggia nell'aria dona loro un pò di compagnia. 


Eppure questi luoghi così tristemente soli un tempo hanno visto il passaggio dell'uomo e sono stati "vivi".


Anche in questo la curiosità è stata il nostro motore d'azione. Eh si.... come resistere alla tentazione di andare a dare una sbirciatina dentro quelle mura oramai divorate dai rovi. Ecco direi che per la regola della proporzione diretta, le zanzare stavano baccheggiando con noi, come la vegetazione con i casolari ;-)





Entriamo con un pò di titubanza come se stessimo ancora violando l'intimità domestica delle famiglie che hanno dimorato qui. Eppure si respira un'aria familiare, come se si stesse entrando nella casa di campagna dei nostri nonni. Purtroppo però non versano in buone condizioni (televisori, frigoriferi, vasche da bagno e dispense oramai degni della miglior operazione di rottamazione).








Eppure ogni più piccolo particolare cattura la nostra attenzione: sia esso una scarpa, un televisore, una vecchia rivista, della posta in attesa di essere ancora letta, una lampadina che pende dal soffitto ......
E iniziamo a farci mille domande: chi avrà vissuto qui? chi avrà calzato quelle scarpe? che cosa c'era nel contenuto di quella lettera? chi era solito fare la spesa e metterla dentro quel frigorifero oramai arrugginito? Tante domande a cui non potremo mai avere risposta ....








Anche in questi casolari assistiamo all'azione svolta da ignoti writers, d'altronde "l'arte non conosce limiti"!



Che dire ci portiamo a casa un bel ricordo. Ricordo del tempo che è stato, ricordo del tempo che è, ricordo del tempo che sarà. 



"La suola delle nostre scarpe si posa lentamente sull'erba e sui ciottoli. Camminiamo piano per non fare il minimo rumore eppure sembra tutto inutile perchè non c'è niente e nessuno"

Zazy + Budo